domenica 20 dicembre 2020

Art Blakey

 

Mi accosto con doveroso rispetto a questo gigante del jazz, sicuramente uno dei più grandi batteristi di tutti i tempi, oltre che compositore e band leader di molteplici formazioni, tra queste, i mitologici jazz messengers, guidati per 35 anni dopo aver ospitato tra le loro fila il gotha del jazz.
Su questa pagina prendo in considerazione il periodo che va dal 67 all '81, e i prodotti più grooveggianti della sua discografia, iniziamo intanto con la prima eccezione, dai jazz messenger e dall'album del 66 per la Blue note: indestructible, e da. calling miss Khadija, in esso contenuto , sempre1966, per la Limelight esce :hold on i'm coming,da cui consiglio la title track e una gran versione di got my mojo workin' ( alle spalle un gruppo da paura, con Lee Morgan, Freddie Hubbard, Grant Green...).
1967, The witch doctor,album per la Blue note, imperdibile l'ascolto di: Afrique.
Nel 1969, troviamo una stampa francese della Discques Vogue, di:the jazz messenger plus Sabu ( riedizione del mitico album con Sabu Martinez e Johnny Griffin, edito nel 58 per la Cu-bop), che contiene anche una splendida versione di Sakeema.
1973- Buhaina, Blue note con la partecipazione di Jon Hendrics, oltre all'ennesima versione di moanin', consiglio: song for bu ma, sopratutto:along came Betty.
1976- Backgammon- Roulette (Uranus)
1978, su Concorde, registrato live, esce:in this korner, con la swingheggiante: unlimited.
1981, ritorno alla Blue note, con l'ennesimo capolavoro: Africaine, di cui è veramente imperdibile la title track.

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