mercoledì 26 luglio 2023

Chicago

 

nati e noti nell'area di Chicago come cover band, col nome :the big thing, fin dal lontano 1967. La formazione ruota attorno alla figura del chitarrista Terry Kath, del tastierista\vocalist: Robert Lamm e con il valore aggiunto di una sezione fiati, che li colloca come pionieri seminali del Jazz\rock, con l'arrivo di Peter Cetera si aggiunge una bass line grooveggiante che completa il quadro.
Il debutto discografico è del 1969, rinominatisi Chicago transit authirity, incidono il doppio album omnimo per la Columbia, trattasi di capolavoro.
La presenza di: I'm a Man potrebbe oscurare il resto, ma non succede, perchè il livello è altissimo su tutte e quattro le facciate, escono perle come: does anybody really know what time is it, beginnings e questions 67 & 68.
Nel 1970 viene accorciato il nome e Chicago diventa anche un brand grafico che accompagna gran parte della loro discografia. L'album omonimo, o se preferite Chicago 2, contiene un'altro brano dominante, del calibro di: 25 or 6 to 4, il resto del disco è composto da splendide rock ballads, che però esulano dal genere trattato su questa pagina.
Chicago 3 , esce nel 1971, altro doppio album che apre subito col rock\soul di:sing a mean tune kid, happy'cause i'm going home, le jazzate : Mother e the approaching storm.
Chicago 4 è un live alla Carnegie Hall mentre il 5 esce nel 1972, la splendida hit di: Saturday in the park trascina il disco, ma degne di nota anche: now tha's you have gone e A hit by Varese, quest'ultima, a mio parere, la vera perla dell'album.
Da Chicago 6, 1973, consiglio l'ascolto di: what's this world comin'to, per il resto si nota un certo livellamento, cosa che non succede nel successivo volume 7 ( doppio lp, 1974, sempre Columbia records), un gran ritorno al free form jazz, con grandi composizioni come: Aire, Italian from New York, il divertissment latineggiante di: Mongonuclosis e il jazzy\funk di: Women don't want to love me. Il volume 8 lo possiamo considerare di transizione mentre il 9 viene speso per un Greatest hits, passiamo quindi a Chicago 10, 1976, noto anche per la famosa "chocolate cover", è il disco della svolta soul e del lentone million seller: if you leave me now, i brani più inerenti alla pagina sono:Once or twice, scrapbook e la funkeggiante: you get it up.
1977, Chicago 11, il blues funk di:Mississippi delata city blues e this time su tutte.
La dodicesima fatica ha finalmente un titolo: Hot streets ( 1978), piccola svolta commerciale, con il singolo che titola l'album,per il resto rock da radio FM.
Si torna subito alla numerazione, Chicago 13, 1979, il disco di : Streetplayer..e ho detto tutto!!!
 










 

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