Cantante e chitarrista della Sierra Leone fu uno dei primi artisti africani ad avere successo incorporando il funk made in USA nelle sonotità dell'Africa occidentale, dalla metà alla fine degli anni '60. Ai suoni di artisti del calibro di James Brown, Pino infuse forti elementi percussivi africani, caratteristici della musica di Geraldo Pino erano anche i suoni funky dell'organo Hammond B-3.
Mentre Pino era in tour in Nigeria, fece una grande impressione su Fela Kuti. tanto che ne seguì l'esempio incorporando elementi funky simili, nei suoi spettacoli dal vivo e nei suoi dischi. Si narra che Kuti si sia trasferito in America perché non credeva di poter competere con la popolarità di Geraldo Pino in Africa occidentale.
Nel frattempo però, Geraldo Pino e la sua influenza sullo sviluppo dell' Afrobeat, rimasero relativamente sconosciuti fuori dall'Africa fino a tempi recenti.
Vi propongo un piccolo tour attraverso la sua discografia iniziando da: Geraldo Pino & The Heartbeats - Afro Soco Soul Live, su: His Master's Voice, 1972, da cui consiglio: Blackman Was Born To Be Free, Black Woman Experience e: Right in the centre.
Sempre con gli Heartbeats, pubblica: Let's Have A Party , EMI 1974, superfunk con brani come: Heavy, Heavy, Heavy, Shale hands, Power to the people e: Let them talk ( praticamente tutto l'album).
Chiudiamo con: Boogie fever, su: Blackspot, sussidiaria della Decca West Africa, anno 1978, da cui consiglio, oltre alla title track, la stralunata: 5th Bethoven Africana, African Hustle e il reggae di: Shake shake shake.
Inutile dirvi che le stampe originali Nigeriane sono rare e costosette.
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